Gli effetti devastanti del surriscaldamento del pianeta sono sotto gli occhi di tutti. Ancora più
allarmanti i dati
Le immagini, sempre più frequenti, di catastrofi che derivano dalla furia del clima che si abbatte su territori sconquassati dal dissesto idrogeologico, aprono il sipario su inquietanti scenari. Fino a che punto incideranno le emissioni di CO² sui cambiamenti climatici
e quale potrebbe essere il futuro del nostro pianeta se queste non verranno drasticamente ridotte entro pochi anni?
Una recente analisi di Climate Central, un'organizzazione che svolge attività di ricerca scientifica in materia di energia e cambiamenti climatici, sottolinea come, entro la fine del secolo, 177 milioni di persone che vivono nelle zone costiere del pianeta potrebbero essere colpite da inarrestabili inondazioni dovute all'innalzamento del livello dei mari. I paesi più a rischio sono concentrati nel continente asiatico, ma anche l'Europa ne verrebbe inevitabilmente coinvolta: l'Italia compare al ventesimo posto tra i paesi esposti al rischio di inondazioni. Statistiche alla mano, 1 persona su 40 vive oggi in aree geografiche dove un rischio di questo tipo potrebbe diventare realtà.
I primo otto paesi in testa alla classifica sono, come si diceva, asiatici, eccezion fatta per l'Olanda, che svetta nella graduatoria dei paesi europei più a rischio. Seguono, a livello europeo, per esposizione al rischio, Regno Unito, Germania, Francia e Italia, che compare appunto al ventesimo posto e che potrebbe vedere colpiti più di 840.000 abitanti. Nonostante l'Olanda sia il paese europeo più fragile perché potenzialmente più esposto al fenomeno, dispone però di un sistema di dighe particolarmente strutturato ed evoluto dal punto di vista tecnologico, per cui gli effetti di un' inondazione risulterebbero comunque notevolmente contenuti.
I paesi più colpiti non saranno necessariamente quelli maggiormente responsabili delle emissioni di CO². In Cina, il paese più inquinante in assoluto, verrà colpita solo il 5% della popolazione, negli Stati Uniti solo l'1%. Cina e Stati Uniti - è bene ricordarlo - sono i paesi che, insieme, emettono più gas serra al mondo, cioè il 42% delle emissioni totali di anidride carbonica (rispettivamente il 28% Cina e il 14% gli Usa).
Scenari catastrofici che ci impongono di cambiare rotta al più presto. In questo senso i recenti accordi stipulati tra Usa e Cina sulla riduzione di inquinanti rappresentano un primo passo, anche se gli impegni vengono procrastinati in un lasso di tempo piuttosto ampio: per la prima volta la Cina ha dichiarato che raggiungerà il picco delle emissioni nel 2030 e che, a partire da quel momento, comincerà a tagliarle. Nel frattempo si pone l'obiettivo di incrementare l'utilizzo di fonti energetiche pulite, come il solare e l'eolico, per una quota del 20 %. Gli Usa, da parte loro, confermano che entro il 2025 taglieranno le loro emissioni del 26-28%.